Maria Castronovo
IL SILENZIO DEL FAUNO
I Misteri Eleusini all’alba dei millenni cristiani e al tramonto di quelli pagani
Visti con gli occhi di un Sacerdote di Dioniso
(pp. 210; 15,00 euro)
Il Fauno è Pan, il satiro folle, il dio-caprone. Se Dioniso appare,
lui è già lì pronto ad accoglierlo.
È simile a
Tifone, come ci racconta Socrate: uno strapotente gigante da cui dipendono le
eruzioni vulcaniche, le tempeste e i terremoti sotterranei: la personificazione
stessa del potere distruttivo della Natura.
Credo che sia
questo il motivo per cui, fra tutte le ville di Pompei, solo in questa appaiano
i fantasmi. È il dio Pan che li vuole accanto a sé, come custodi angelici,
perché possano svelare a qualche visitatore meno distratto che anche l’uomo è
natura allo stato puro e che anche in lui risiedono le eruzioni vulcaniche, le
tempeste e i terremoti distruttivi.
Voltare le spalle al mondo pagano significa voler fare a meno di
sapere che la nostra umanità è il sole il cielo l’acqua e la terra che crescono la spiga.
Ma può anche essere furore di fuoco che
polverizza intere città o rabbia di uragani che inghiottisce uomini e foreste.
Voltare le
spalle a Pan significa voler fare a meno di sapere che cosa veramente siamo.
Queste ed altre
cose ancora raccontano in questo romanzo i fantasmi che custodiscono il Fauno.
* *
*
«Sono stata a Pompei due volte, a distanza di anni. E tutte e due
le volte dentro la Casa del Fauno mi è apparso un fantasma.
In barba al Sacro Lume della Ragione, questo libro esiste solo per
volontà di quel fantasma. Molto più tardi, durante le ricerche collegate alla
sua stesura, ho scoperto che, nella stessa casa, anche a Théophile Gautier era
apparso un fantasma. Lui gli diede un nome e narrò la sua esperienza nel
racconto dedicato ad Arria Marcella.
La
statua bronzea del Fauno Danzante sorveglia la villa da due millenni e ne
adorna all’ingresso l’impluvium azzurro. Il suo silenzio è il guardiano
discreto di voci infinite e tragicamente interrotte. Nei fatti è il silenzio
decretato dal Vesuvio, ma, dentro una realtà più estesa, è la dolorosa afasia
alla quale è stato costretto il mondo pagano dai successivi secoli spavaldi,
cristiani e monoteisti.
Se
andrete a visitare la Villa a Pompei, sceglietevi un angolo appartato e
mettetevi in ascolto… sicuramente qualcuno saprà farvi ricchi di un segreto.
Ma
prima, se volete, pregate quel dio smarrito nel silenzio dei secoli con gli
stessi versi con cui Socrate lo invocava: ‘O caro Pan, e voi altre divinità di
questo luogo, datemi la bellezza interiore dell’anima, e, quanto al mondo esterno, fate, Vi prego, che
esso s’accordi con ciò che sta dentro il mio cuore’.»
* *
*
Arriva
un giorno in cui si scopre che i codici dell’oggi, le parole dell’oggi, i
pensieri di questo nostro tempo, gli stessi nostri gesti quotidiani ci stanno
stretti – strettissimi – e non traducono il mondo né ci aiutano ad indagarlo.
Nasce
allora – e s’impone – il bisogno di indossare altre vite, altri gesti, altri
linguaggi, altre forme, e l’uomo lacerato scopre la possibile terapia negli
altri mondi della lacerazione.
È a
questo punto che si può incontrare Dioniso: l’ebrezza inappagante del
‘molteplice’, il ricrearsi infinito dei mondi, l’arcano fascino del divenire e
delle metamorfosi, della morte e della rinascita. Ed anche il sospetto che
l’intima coscienza di Dio non possa essere altro che dionisiaca, perché il
percorso della frantumazione, dello sminuzzamento, dell’individuazione… è il
solo che può condurre alla coscienza totale ed integra dell’Essere.
Questo è
uno dei Misteri che di mano in mano per secoli si passarono i grandi iniziati:
i pitagorici, gli orfici, i platonici, gli eleusini, gl’isidiani, gli gnostici…
Attorno a questi misteri gravita
questo romanzo storico, che è da leggere solo se arriva il giorno in cui si
scopre che i codici dell’oggi, le parole dell’oggi… e bisogna ricominciare
dalla prima riga, perché Dioniso è anche l’Eterno Ritorno.
Una postilla dell’Autrice a
proposito del suo libro…
Maria Castronovo è nata nel 1953 a Venezia. Docente di Storia e di Letteratura, con Ellin Selae ha pubblicato i saggi Questi dorati orrori (2003), Viaggio in terra di poesia (2001), e il romanzo Sopra il primo fumo caldo (1997).
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