Una storia corale delle campagne
dalle lotte di ieri alle
prospettive di oggi
(pp.
208; 16,00 euro; isbn 978-88-89621-21-9)
In
questo momento storico in cui le comunità sociali si sfilacciano, i giovani
restano ai margini di un mondo del lavoro che, fondato sulle leggi intrinseche
del capitale, produce necessariamente sempre maggiore disoccupazione senza
redistribuire la ricchezza sociale.
L'ossessione della competitività
e del mercato sta stravolgendo anche l'agricoltura, eppure le campagne, se
sorrette da un nuovo progetto collettivo, possono ancora diventare una
frontiera di vita e lavoro e fonte di nuove relazioni comunitarie, soprattutto
per i giovani ma non solo.
Questo importante testo traccia un percorso che parte dai
contadini dell'Ottocento e arriva sino alla contadinità del Nuovo millennio,
attraverso il filo rosso comune dello stare sulla terra e la ricerca delle
pratiche individuali e collettive, che possano permetterci di vivere bene con
la Madre Terra.
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Dalla fine del Novecento si moltiplicano le esperienze di ritorno alla terra ed altre si rinnovano partendo dalla tradizione, sorgono nuovi movimenti e spazi rurali abbandonati vengono riabitati. Nel mentre, l'economia capitalista procede nel percorso di privatizzazione e trasformazione in merce degli elementi fondanti le agricolture (acqua, terra, piante, sementi, animali...) provocando degrado e sfruttamento, sia sociale che ambientale; nello stesso tempo, l'immaginario contadino viene fatto proprio dalle imprese commerciali, banalizzandolo o rendendolo elitario secondo i mercati.
Per radicare e dare un futuro alle agricolture
contadine di oggi, possibile alternativa all’agricoltura industriale, è
importante conoscere e saper rileggere le storie collettive degli uomini e
delle donne, dei contadini salariati o
piccoli proprietari, delle comunità contadine, che prima di noi hanno
vissuto sulle nostre terre. Vite semplici e dure, tra miseria e lotte sociali,
affamati di terra, tradizionalisti e anarchici, localisti e migranti,
ossequienti e resistenti…
Terra e
Libertà vengono spesso coniugati insieme, e non a caso: una risorsa concreta e
un ideale fondamentale di tutte le civiltà, a cui i contadini, primi fra tutti,
sono da sempre strettamente legati. Eppure oggi entrambi questi valori sono
minacciati, calpestati o emarginati.
I connotati
prevalentemente non-capitalistici, o a-capitalistici, del sistema agrario,
capace di provvedere a sé stesso e generare indipendenza nella vita delle
persone, sono forse proprio la causa dell'attuale ostruzionismo dei governi
verso lo sviluppo dell'agricoltura, che pure potrebbe offrire soluzioni
concrete a molti degli attuali problemi sociali ed economici.
I nuovi
contadini, consapevoli degli errori del passato e attrezzati con quanto di
realmente utile offre la modernità, sono forse l'unica alternativa possibile, e
di certo la più sana, ai modelli sociali offerti dalla globalizzazione e dalle
multinazionali.
Roberto
Schellino, perito agrario e contadino, membro dell'Associazione Rurale
Italiana, con la quale partecipa a reti
contadine italiane ed europee, vive insieme alla sua famiglia, in Valle Stura
di Demonte sulle Alpi cuneesi. Scrive saltuariamente sulla rivista Ellin Selae
nell’ambito della sua rubrica “Radio Contadina”.
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La foto di copertina è stata scattata nel 1954 dal fotografo Ando
Gilardi,
si tratta di braccianti ferraresi che salutano con la falce la
vittoria degli scioperi
( © Fototeca Gilardi –
www.fototeca-gilardi.com )